domenica 11 settembre 2016

COSE DA RICORDARE.

Il vestito di zara con la cerniera rotta da quando l’ho comprato
Il prima e l’oltre
L’orgoglio di chi ti conosceva quando non eri famoso
Passerotto di papà
Stai studiando?
Ti giuro, una cosa extrasensoriale
Il numero più importante non memorizzato sul telefonino
La bocca allappata
I biscotti al sesamo a colazione col latte
Lo shampoo bio che costa trentacinque euro
L’argilla che mi ordino su internet per lavarmi i capelli
L’ex fidanzata che tirano in ballo per scaricarti
I miei ex che mi amavano tanto e si sono tutti sposati prima di me
L’odore del puljeo quel giorno a Rocca sotto le prime pale eoliche
I pantaloni militari  e i sediolini non reclinabili della Saxò blu col numero di targa AY998ZE
Il bosco di castagni di Sturno e i cellulari che suonavano
Qualcosa di troppo grande da cui fuggire
La pizza con la rucola  e il parmigiano del Panzone che è sempre insipida
La margherita senza il basilico e la regina margherita con l’olio extra vergine
L’odore buono delle scorregge di Sherlock
I miei slip che non diventano mai bianchi nemmeno a sessanta gradi
Il bicchiere che sei andato a comprare perché avevi rotto il mio
Un’amicizia colorata come direbbero in certi paesi esteri
Il “pronto” disinvolto che mi preparo prima di risponderti
Una volta che non venissero da una situazione complicata
Sei sempre quella che non è arrivata nel momento giusto
Prima sono tutti liberi e senza legami
Una lettera che è una perla
La monta vaqera e due ore di lezione sui cavalli arabi prima di darmi un bacio
Chiedo un risarcimento.
Uno che non abbia una foto in bianco e nero su facebook
Scappa scappa, tanto ti prendo
La tastiera di questo pc che devo cambiare da due anni
Il male alla spalla che mi viene dopo un’ora al computer
Le tesi di laurea dei triennalisti,cinquanta pagine senza le note
Ora sto leggendo Latouche
Le paperelle di gomma gialla che stanno sul primo scaffale davanti a Canetti opera omnia
Il peso da cinque chili per tenere chiusa mezza finestra
Il collare di agata che si è arrugginito e sfila male
La maschera nuova che hai comprato e che non mi fa vedere bene mentre vado sotto
Tommaso che ha un momento di pausa con Ilaria
I camion che portano i vitelli al mattatoio
L’amore che non è mai venuto
I tuoi cinquemila sms sul cellulare che non voglio cancellare
Le volte che mi hanno detto: mi piaci da morire
Le persone che non puoi dimenticare perché su fb le puoi solo bloccare
Il clorexidin per Agatina che ha l’eritema da sole
Se io vivessi a Roma sarebbe diverso
Un lunedì mattina di settembre mi volevi portare alle Tremiti in elicottero
Il figlio che non hanno fatto con quella di prima e che faranno con quella subito dopo di te
Dopo il ’98, sposati, calvi e con la pancia
La via lattea quando non c’è la luna sul terrazzo
Le lettere d’amore che ho scritto a tutti quelli con cui sono stata
La foto di mia nonna col vestito bianco nella villa di Ariano
Gli otto  fratelli e  sorelle di mia madre
Saper deludere le aspettative
Il tuo amico di Vieste, il panino freddo e la piazza infuocata delle due
La pallacanestro, i cavalli, la vela.
Sono stato a Pamplona e non è così crudele quello che fanno ai tori.
Tu sei troppo per me
Io non ti merito
Restiamo amici
Sarò sempre geloso di te
Nessuno ti amerà come me
I dolori prima dell'aborto
Ci siamo iperfrequentati in questi giorni
Dove sei brutta stronza sto malissimo!
La telefonata di un’ora che hai fatto a Nicola mentre andavamo insieme al mare
Non mi piacciono le persone arriviste
Per i primi tre mesi mi hai chiamata Elena
Anche se indosso gioielli falsi nessuno ci crede perché mio nonno era un orefice
La tua faccia sollevata in ospedale quando hai saputo che il bambino era morto
I mocassini neri taglia quarantasette e il giorno dopo
Siamo persone diverse che hanno vite diverse
Solo tu non hai mai voluta
La frana della montagna di Montoro che nessuno ha mai risanato
Gli alberi del viale che si stanno ammalando
Il tasso con la coda bianca e nera che ho visto scappare nel vallone
Il melograno che non fiorisce sulla tomba di Mafaldina
La puzza di sigaretta che mi ha dato fastidio fino a trentasette anni
Per me la stratigrafia è una stronzata
Perché non fate un figlio?
Quelli che vennero da Grotta a donare il sangue per mia madre fino a Napoli
Mio padre dopo l’incidente era diventato tutto viola
La passione per le carte di  Bruno Contrada
Zio Franco che sapeva la Divina Commedia tutta a memoria perché aveva studiato dai gesuiti prima di impazzire
Le fettuccine burro e sugo di mio nonno da Marino a santa Lucia
La mascella che scrocchia ogni volta che mangio un boccone
Nel pumilene mi farei il bagno
Tuo cognato che mangia sempre con la bocca aperta
Il dolore un attimo prima della fine
Quando ti ho lasciato ci hai provato subito con la mia migliore amica
Le fotocopie in tedesco della parte monografica all’esame di storia greca
I libri che mi hai regalato.
Quelli  che non ti rispondo quando gli scrivi.
La lontananza, la tua situazione matrimoniale e il viver quotidiano.
Ci sono almeno dieci uomini che conosco e che mi evitano.
Adesso viene il periodo peggiore quello degli incarichi.
La letteratura civile e i lettori incivili.
Certi giorni solo accendere il computer mi toglie tutte le forze.
 Xanax, eutirox, eutimil, noritren: la mia normalità dipende dall’assunzione di inibitori dell’ anormalità.
Tutte le poesie e le lettere che mi hai strappato.
La faccia e il tono che avevi quando vinsi un premio di poesia.
Le bugie che ti ho detto mentre ero all’università.
In un anno sette esami e sei trenta e lode. Quelli che ti avevo detto di aver preso nei due anni precedenti.
Il libretto universitario nascosto sotto le mutande nell’ultimo cassetto del comò.
Quando ti ho sentita piangere in bagno perché avevi saputo che avevo lasciato il ragazzo che non ti piaceva.
Quando tornando sul pullman a casa da scuola e c’erano due che dicevano che stavi per morire.
Quando ti prese a calci e io mi misi in mezzo e ne presi uno dritto sul mento.
Due tonni che vanno a caccia sotto il mare e tutti i pesci che spariscono di colpo.
Prendere una medusa con le mani è facile, basta acchiapparla da sopra, da dove non punge.
Quelli con il retino per le meduse in spiaggia.
Napolitano e la scorta che controlla il mare prima del suo bagno.
I discorsi sul sé e le tirate sul centro.
La noia infinita dei soliti ti ricordi?.
Alzarsi fare colazione e rimettersi a letto fino alla sera.
La vergogna dei quattro euro a buono pasto.
I vicini di casa che litigano a bassa voce.
I fiori dell’aglio selvatico che mi hai portato dalla montagna.
Quando ho compiuto quarant’anni e nessuno mi ha fatto un regalo.
Le telefonate di Pio e i suoi lamenti perché ha un lavoro, un buono stipendio e un a carriera.
Le convocazioni del provveditorato e la sfilata dei morti di fame.
La scorta di Napolitano  e la serata di bossanova al Tartana.
I piedi blu sul terrazzo della casa.
Sette caffè a mattina per trenta giorni.
Il mal di testa quando arrivo al reparto luci dell’Ikea di Lancusi.
I viaggi che non ho fatto.
Le lingue che non so parlare.
Domani, domani, domani. Una vita di posticipi.
Gli addominali di Cavani.
Il buono del precariato è che non devi accompagnare i ragazzi in gita.
Due settimane su una poesia di Leopardi.
Le grandi attese e le enormi delusioni.